Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Canzoniere"
III Premio

Atto 2, scena 7

La notte scende sul sipario astrale.

Il Sole con le nuvole van via.

Tutto tace: ma poi all’improvviso

qualcuno, o qualcosa, entra nel teatro.

Toglie il soprabito e inizia a ballare.

È la Luna, vola al buio leggiadra,

illuminata sol dalle sue stelle.

Passan le ore, ché la Luna balla,

è senza schemi, libera, finché poi

il Sole non spalanca la gran porta.

Si guardano i due opposti, un momento,

un attimo, negli occhi: il Sole vede

la danza della Luna, della Luna,

che invece vede lo splendor del Sole.

Poi la Luna scompare silenziosa.

I due continueran sempre a tornare

a quel teatro, ma senza incontrarsi

più. C’è stato un error, dicono loro.

Ma nel profondo il Sol s’è reso conto

che lui danzava sì perfettamente,

ma era prigioniero del suo schema.

La danza della Luna era diversa,

ma libera, au contraire, era la Luna.

La Luna, invece, ha visto lo splendore

del Sol, eppur non s’è giammai fermata

e l’ha guardato bene nel profondo,

scoprendo un esser dal cuore gentile.

Così, senza vedersi mai gli opposti,

ridorderanno quel momento raro,

perché, in verità, l’hanno scoperto:

di esser l’uno lo specchio dell’altra.

Casilda Chiara Cevoli (San Nicola La Strada - CE)

Motivazione: Un misterioso approccio surreale fra la luna e il sole con la loro valenza simbolica, descritto con simpatica originalità.