Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Adulti"
II Premio

Alyan Kurdi

Lo sento il freddo del mare

in quella notte imboccata contromano,

appesa, invisibile, ad un viaggio

che più non può tornare indietro.

Bodrum, sulla spiaggia la risacca

di un bimbo rimbocca le vesti,

culla, all’onda lenta del mattino,

del sonno senza peso della morte.

No, non è della madre il dolce nido

che lieve tiene a sé la sua creatura.

Avversa giunse presto quella sera,

acque oscure, silenziose e senza fondo,

sottile cupo vetro delle onde,

neri dadi gettati dalla sorte.

Povera madre,

nel gorgo di un gommone rovesciato,

l’abisso ha sciolto il disperato abbraccio

e di terrore arranca un muto grido.

Notte che dirada all’orizzonte,

allagata da una luce senza sole,

dolore alla bruma attorcigliato,

impigliato allo stipite dell’alba.

Maglietta rossa, calzoncini azzurri,

il visino sulla sabbia abbandonato,

ed il suo nome, Alyan,

voluta di incenso che sale,

un inshallah appena sussurrato.

Il tempo si è spezzato in fondo al mare,

pentagramma che si chiude nel silenzio,

ma al di là della vita, sulla soglia,

d’un tratto si guarisce dalla morte.

È il laccio slegato in un respiro,

tenerezza che torna nel sorriso,

luce sulle ombre sgualcite del mondo,

sulla sua pietà scritta a matita.

Remo Mari (Monte San Savino - AR)

Motivazione: Il componimento descrive con immagini tenere e insieme dolorose la tragica vicenda di un bimbo emigrante sbattuto sulla spiaggia. Pregevole il ricorso a termini legati al paesaggio e all'origine dell'innocente naufrago.