Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VI Edizione 2022
Categoria Adulti
I Premio
Non nasconderò le mie ferite
Non nasconderò le mie ferite
come fai tu coi tuoi silenzi.
Le terrò bene in vista.
Le indosserò
come il più elegante degli abiti da sera,
coi suoi bottoni dorati a illuminarmi
il viso,
i suoi nastrini di raso a stringere i miei fianchi,
le sue cuciture a tenermi insieme i pensieri,
coi suoi ricami a impreziosirmi l'anima e
la sua scollatura a incastonarmi
il cuore.
Non nasconderò le mie cicatrici.
Le indosserò
come l'abito più straordinario,
sensuale come il velluto
a sfiorarmi la pelle increspata dai brividi,
leggiadro come l'organza
a velare i miei occhi bagnati di pianto,
soffice come seta a lambire le mie labbra,
morbido come cashmere
in un caldo avvolgente abbraccio.
Sarà prezioso
come ogni piega di attimo vissuto
e raro
come ogni lembo di emozione
che tu
mi hai cucito addosso.
Maria Anna Martino (Bagnolo Cremasco - CR)
Motivazione
La poesia, per esprimere il coraggio dell' autrice di fronte alle ferite esistenziali, ricorre ad un originale lessico sartoriale, unendo ogni termine legato al campo dei tessuti a quello del corpo, creando una serie di suggestive immagini.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VI Edizione 2022
Categoria Adulti
II Premio ex aequo
Pioggia
Piove
come pioverebbe a New York o a Calcutta
quando i fili d’acqua
scivolano lenti sino a terra
cieli disciolti fluiscono miti e discreti
lo sguardo si perde tra catene di gocce
ipnotiche solidali distese
in veli di grigia luce che sovrastando
campi e case dipingono
sfondi morbidi di luce soffusa
tenero il rimbalzo dell’acqua
sulla dura roccia
sul secco dei cementi
liquido amicale
assorbito dalla porosità del cotto
che vira il colore rosato
in tonalità di sangue pallido
ravvivato dall’umida carezza
che ne rinnova l’intensità
piove ed io vorrei essere pioggia
ora come allora quando i campi
si estendevano più vasti
verdeggianti di fresca linfa
il tempo rimbalzava sull’aria umida
ed io mi sentivo liquido figlio
dell’estensione di uno stagno
piove ancora ed è la stessa acqua
che già mi bagnò in un allora
indefinito ora mutatasi in nuove forme
come noi apparenti immobili soggetti
determinati da un prevedibile corso
ci mutiamo nell’imprevedibile variare
che ovunque scivola
come questa acqua che si disperde
in rivoli disordinati tra le strade del Tempo.
Gianluigi Aceti (Cava Manara - PV)
Motivazione
Il componimento ha il pregio di creare un quadro dai toni acquarellati che, descrivendo gli effetti della pioggia, lega questo evento naturale ad un panico compenetrarsi dell'autore con lo scorrere imprevedibile del tempo universale.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
V Edizione 2020
Categoria Ragazzi
III Premio
Laurus
Se la natura si oppone, è vana la fatica;
eppur ti muovi, iridescente nelle gambe umide
di terrore e laghi lunari, lacrime e crepe oculari:
la furia ti spoglia di ogni affanno vanitoso
e nuda ridi, Venus pudica.
Se imponente conquista la vetta, sarà un re;
eppur non si mostra al cospetto del cacciatore
sempre più avido d’amore, mentre sfida Ovidio
nascondendo furtivamente la tosse soltanto:
regale ma codardo, Paride ma pusillanime.
Se lui, Cervo, ti sfugge come cerbiatto
sarà un anello a unirvi nel flagello matrimoniale;
vita circoscritta all’anulare
ma errante per scenari curvi nel grave grido
del corvo: al morso della serpe, cadrà il tuo amore distratto.
Se osserva ferito nell’orgoglio, sarà la fine;
un eterno senso unico fatto duello
soffocherà ogni rimorso emerso e
troverai radici nell’elmo, di ferro come
le antiche ali per rimanere con lui a terra:
mani vicine.
Se vedrai spezzarsi il patto d’amore, sarà ora;
la guerra renderà qualcuno padrone, un altro servo
ma già gli occhi volgeranno lontano,
verso una carezza serafica contraria
alle corna del Cervo: pronta a fiatare dalla fine fatale,
sarà nuova aria.
Cloe Buralli (Buggiano - PT)
Motivazione
Il testo si avvale di un linguaggio e di un ambiente mitologico, descrivendo un duello amoroso attraverso un interessante ricorso a metafore e similitudini.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
V Edizione 2020
Categoria Adulti
III Premio
Il vento silenzioso della morte
È un vento silenzioso quasi astratto
a trascinarci verso l’orizzonte
che appare come l’orlo dell’abisso
a noi viventi all’ombra della morte.
La piazza vuota al colmo del mattino
rende lo sguardo muto e sconsolato
a chi quasi a difendersi dal nulla
s’affaccia appena ai bordi della vita.
Il tempo sembra immobile, è un tormento
come una spada pronta a trapassare,
che fissa ad un centimetro dal cuore
non indietreggia né si lascia andare
al colpo che dilegua l’agonia.
Stammi vicina amica mia speranza
rinuncia ai tuoi propositi di fuga
da questa terra amara e maledetta,
rendimi almeno un palpito di luce.
Fa’ sì ch’io qui non resti a consumarmi
tra pile di ricordi e di rancori
ma possa ancora prendere per mano
la donna mia che attende sulla soglia
avvolta nel vestito dell’amore.
E se grida più forte la tempesta
e la paura annera ogni sorriso
perché il nemico occulto ci divora,
tu non abbandonarci alla deriva
ma guidaci nel tempio dell’aurora,
lontano, via da questa infausta notte.
Insegnaci ad usare le parole
raccolte lungo i viali del silenzio
per colorare di nuova bellezza
il volto sfigurato della vita.
Vedrai ritorneremo a camminare
con gli occhi accesi dalla meraviglia,
e finalmente ancora a respirare
il brivido innocente di un abbraccio.
Vittorio Di Ruocco (Pontecagnano - SA)
Motivazione
La poesia, nata forse nei tempi del lockdown, esprime l’angoscia di un “tempo immobile” e di un lungo momento di dolore. L’autore, rivolgendosi all’”amica speranza”, la invita a non abbandonarlo e ad aiutarlo a ritrovare la “nuova bellezza” della vita. Parole chiave del testo l’antitesi ‘luce-ombra’ e ‘aurora-notte’. Il ritmo, pur nel tono triste del componimento, è sostenuto e si avvale dell’uso esperto dell’endecasillabo.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
III Edizione 2018
Categoria "Canzoniere"
III Premio
La farfalla
La traccia di colore
sulla tela bianca
L'anatroccolo
trasformato in cigno
Un fiore bianco
in un prato verde
La brezza leggera
in una giornata di sole
La casetta
nascosta dal bosco
La calda luce
nella notte scura
Il respiro
dell'ultimo attimo.
Matilde Grazi (Foiano della Chiana - AR)
Motivazione
Composizione assai gradevole per la freschezza delle immagini e il colorito impressionismo dell’individuazione linguistica.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
IV Edizione 2019
POESIE SEGNALATE
Categoria "Piccoli Poeti"
"Le Piccole Violette" di Elena Mora (Parma)
Motivazione: Versi pieni di colore e di accattivante immediatezza, che testimoniano di uno stato d’animo di sincero entusiasmo, espresso con apprezzabile semplicità.
Categoria Adulti
"Non aspettiamo che cada" di Paolo Parrini (Castelfiorentino - FI)
Motivazione: La poesia affronta il tema dello scorrere del tempo e della fine della vita in forma di delicato dialogo con la figura paterna, invitata ad "abbracciare" consapevolmente il vivere, di cui divengono simboli positivi la "luce", il "cielo", il "mare", con echi e rimandi al 'carpe diem' oraziano.
"L'ultimo cielo" di Rita Muscardin (Savona)
Motivazione: Poesia di dolce armonia di parole composte in una efficace attrattiva di emozioni che fanno circolare in maniera profondamente sentita sia stille di dolore che affliggono il cuore, sia sprazzi luminosi e flussi di speranza.
"La pace" di Claudio Fuccini (Bucine - AR)
Motivazione: Il sonetto si segnala sia per la sapienza metrica e lessicale sia per il contenuto, delineando un viaggio liberatorio della mente che, prendendo spunto da un sentimento amoroso, conduce il poeta verso l'infinito.
"La bellezza della nebbia" di Maurizio Bacconi (Roma)
Motivazione: Poesia dalla varia figurazione rappresentativa, dove si alternano esplosioni di linguaggio e più miti espressioni legate all'illusione di rapimenti felici più prossimi a umane aspirazioni.
"Io appartengo" di Flavio Provini (Milano)
Motivazione: L'autore affronta una tematica forte e di grande attualità, ponendosi in una posizione di distacco critico verso la corruzione e le ipocrisie di un "mondo malato", proprio dichiarando di "appartenere" ad esso, ma solo come "cattiva coscienza". Si segnala il sapiente uso della rima alternata.
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