Premio Maria Maddalena Morelli "Corilla Olimpica" - Città di Pistoia
IV Edizione 2020/2021
Categoria "D" (Adulti)
II Premio
Alessandro Agostini
Motivazione: Una poesia decisamente incanalata nel solco della nostra tradizione letteraria è quella rappresentata dalle due liriche di Alessandro Agostini, intitolate Bufera sul mare e D’eterno desiderio. In entrambe prevale il gusto per l’ornatus stilistico e sintattico: abbondano gli stratagemmi retorici, dai più scolastici come metafore, similitudini e allitterazioni, a quelli meno convenzionali quali sinestesie, iperboli e anastrofi. Tutto concorre alla realizzazione di un modo di far poesia impegnata e totalmente controcorrente rispetto a quella a noi vicinissima. L’autore dedica, inoltre, la stessa minuziosa attenzione alla ricerca di vocaboli, lessemi e usi grammaticali d’origine dotta: ogni sorta di espediente è, dunque, lecito al fine di impreziosire la materia poetica. Eros e philia si ambientano all’interno di una natura partecipe e pietosa, e spesso nei versi antropomorfizzata perché complice dei sentimenti, dei dissidi e delle angosce dell’io poetante. Soggetti e oggetti, voci singole e plurime, suoni e rumori restituiscono l’immagine sfaccettata di un universo poetico temporalesco, e forse specchio generale dell’animo di chi tenta ma non si risolve.
Bufera sul mare
Con schianti e pacche
secche come schiaffi
nella fonda gola fra gli scogli
il mare burrascoso impatta.
Nubi di salmastro e polvere di schizzi
velano l’aria e il cielo scuro
a macchie
come un telo sporco di catrame.
Fra tonfi risucchi d’acqua
e gorghi
il piatto discrimine
dell’orizzonte è vuoto
solo poche rigonfie nubi
di color del bronzo.
Il buio cielo è teso
e solo lascia qua e là filtrare
come da un tendone rotto,
taglienti sprazzi di chiarore,
lucide lame che paiono cadere
da un altro e luminoso mondo.
Rari e sbiancati uccelli,
come cartacce nel cielo sparse
rapite da vortici e correnti,
sono a forza quasi sbatacchiati
incontro al vento che mulina.
Tenendosi stretto nella rigida cerata,
chi sta, osserva
e si sente lui centro della bufera,
come fosse il pernio cosciente
di uno sconvolto cosmo
di sibili e sciacquii sinistri,
in quell’imprecar di spiriti furenti.
In quell’urlare di flutti e scogli
Fra quei lamenti di roccia e vento.
Alessandro Agostini (Serravalle - PT)