I premi letterari di "Etruria Faber Music"
Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
IV Edizione 2019
Categoria Adulti
I Premio
Ritorno alla terra
Ho lavato l'acqua salata
salamoia incrostante
sporcandomi le mani
nella turgida terra argillosa.
Ho arenato il mio barco
contro l'albero d'ulivo
bitta secolare
delle più fertili tradizioni.
Ho abbattuto le antenne sul tetto
per sostituirle con la banderuola
ad indicarmi la direzione del vento
e ricordarmi le storie dei mari solcati.
Ho guardato le mie mani
striate e bruciate
dalle crude fibre delle cime di raffia
per ricordare le piaghe e i geloni
di quelle di mio nonno
temprate dal duro lavoro dei campi.
Ho ritrovato la mia essenza
nell'odore della terra riarsa
profumo intenso e pastoso
rimembranza lontana
delle sordide giornate
sugli sterrati polverosi
a rincorrere un pallone.
Ho ascoltato i lamenti del vento
fra le fronde degli alberi
a ricordarmi
le urla del mare sulle sartie
sirene tempestose
dell'oceano ostile.
Cosimo Rotolo (Pescara)
Motivazione
La poesia, come indica il sottotitolo, si distingue per il tema delicato e originale. L'autore, proiettando nell'al di là i pensieri e i sogni di un bimbo gravemente malato, crea immagini di grande sensibilità e colore in un linguaggio ben costruito metricamente. Testo che, come gli altri due inviati dall'autore, scandisce sentimenti universali.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
IV Edizione 2019
Categoria Adulti
II Premio
Dentro una lacrima d'azzurro
Triste questo mio andare ora che il silenzio è pena
solitudine di giorni a disegnare stagioni
consacrate ad un perpetuo inverno.
I tuoi piccoli passi di neve mani hanno lasciato traccia
sulla terra ostile dove affondano radici di dolore.
E lo sguardo si perde oltre il buio
a indovinare il tuo sorriso dietro una lacrima d'azzurro.
Solitudine di onde in un abbraccio di mare
e un'impronta d'acqua su rive d'infinito.
Sono giorni di pioggia sospesi sul cuore, un'ipotesi di tempo che non è
mentre stringo la notte fra le mani vuote di te, di noi.
Lievi i tuoi passi s'allontanano nell'ombra di una candela accesa
su altari di dolore e solo rimane al risveglio
la crudele verità di un'assenza.
E' sceso il silenzio delle stelle fra noi,
stanco il mio vivere a cercare memorie in un sogno fragile
come un fiore di cristallo posato sul cuore.
Forse un giorno riposerò le mie ali di vento,
gabbiano su lidi di sabbia a cercare l'ultimo raggio di sole
in una deriva d'azzurro prima del tramonto.
Rita Muscardin (Savona)
Motivazione
Il testo è pervaso di malinconia e dolore per la perdita di una persona amata, evocata e rimpianta attraverso immagini legate alle stagioni, al cielo e al mare. Il ritmo è dolce e armonioso.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
IV Edizione 2019
Categoria Adulti
POESIE SEGNALATE
"Casa Perduta" di Antonella Sozio (Venafro - IS)
Motivazione: La poesia ha per tema il muto colloquio con la dimora di famiglia, ora vuota e silente, a cui l'autore sente di appartenere profondamente per l'eco dei ricordi, che ne fanno "un caldo cuore di pietra" . Si segnala il sapiente uso delle figure retoriche del suono e del significato.
"Teneri fili di verde" di Giuseppe Barin (Noale – VE)
Motivazione: La poesia è un vivo quadretto di natura in cui ogni elemento sembra risvegliarsi nei suoi colori e suoni. Attraverso un sapiente uso della personificazione e della metafora l'autore delinea in rapporto stretto tra sè e la nascente primavera, colta nei suoi particolari.
"Scoprire? La gioia!" di Giuseppe Barin (Noale - VE)
Motivazione: Il testo si distingue per il ritmo dei novenari suddivisi in sette strofe. Il tema dell'ultimo saluto ad una persona cara si veste di un linguaggio a volte aulico, ma il contesto di tristezza e del tempo "occhiuto tiranno" si converte in gioia nel finale grazie all'irrompere di una giovanissima vita.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
IV Edizione 2019
Categoria Adulti
III Premio
Parco giochi Paradiso
(i miei endecasillabi per i bambini dell'Oncologico che più non sono)
Chissà cosa troverò oltre le nubi
gabbianelli nei giri di capriole.
una giocheria di mille metri cubi
scivoli di luna, un fiocco di sole.
Montagne russe sospese al vento
un'altalena con vista sul mondo:
su, dentro i sentieri del firmamento
e poi giù a picco in un nanosecondo.
"Strega comanda colori", urlerò
agli amichetti sull'arcobaleno
e tutti via per un giallo di falò
o luce bianca latte, od ocra fieno.
Griderò "ce l'hai" al cherubino biondo
lui che scarnito nella corsia accanto
geografia studiava sul mappamondo,
la vita a sfilarglisi come un guanto.
Così in un saluto di minute ali
planerà da un altro di eguale età
lieti tutti, dimentichi dei mali
che già ci imposero l'infermità.
Sarà poi la volta del nascondino
io dietro un baobab di cotone rose
e, nell'attesa, tornerò bambino
il solo impegno tener quella posa.
All'ombra del tempo rivedrò il tutto:
il laccio della chemio sul braccino
la nenia di papà, la chiesa a lutto
l'acero a sigillare il mio destino.
Riudirò solo il sussurro materno
il commiato rimasto nello sguardo
il sibilo della penna sul quaderno:
"arriverò anche io, un pò in ritardo".
Flavio Provini (Milano)
Motivazione
La poesia, come indica il sottotitolo, si distingue per il tema delicato e originale. L'autore, proiettando nell'al di là i pensieri e i sogni di un bimbo gravemente malato, crea immagini di grande sensibilità e colore in un linguaggio ben costruito metricamente. Testo che, come gli altri due inviati dall'autore, scandisce sentimenti universali.
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