I premi letterari di "Etruria Faber Music"
Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Adulti"
III Premio
Pagine d'acqua
L’album di poesie d’amore, quasi ultimato,
cadde di mano e… plouf!
dallo stagno dormiente
fu ingoiato.
Quando lo ripescai, era troppo tardi;
l’inchiostro s’era ormai biodegradato
e le parole che volevo regalarti
sguazzavano, disciolte, nel bagnato.
L’acqua mi consolò, spiegando che i miei versi
erano nel sussurro dei ranocchi,
in brividi di ninfee, vibrar di tife, e non più persi
anche se ormai invisibili ai tuoi occhi.
Adesso, amore, quando vieni a fare il bagno,
so che il mio libro ti aspetta, camouflé;
e ad ogni tua bracciata, nello stagno,
sfogli pagine d’acqua, scritte per te.
Paolo Cattolico (Abbiategrasso - MI)
Motivazione: Originale il tema del componimento: un album di poesie d'amore disperso nell'acqua ma che continuerà ad emanare, in altra forma, il sentimento ispiratore dei versi. Pregevole l'uso delle rime.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Adulti"
III Premio ex aequo
La casa dove il tempo si è fermato
La casa ove il Tempo s'è fermato
echeggia di silenzio e le pareti
riflettono le ombre del passato
tacendo con la notte i suoi segreti.
Non v'è rintocco, nè alcun ticchettio
a scandire gli attimi del giorno,
di alcun uccello s'ode il cinguettio
non c'è trepida attesa d'un ritorno.
Immobile è l'aere d'ogni stanza
spenta è la legna, pronta, nel camino
che accolse della fiamma l'eleganza
e del fuoco il calore ballerino.
Muti orologi segnano eterni
attimi, intrappolati tra lancette
nere qual croci, fredde come inverni
che svanirono tra le bianche vette.
Nella casa ove il Tempo s'è fermato
aleggia il profumo dell'Assenza,
denso aroma di dolore e d'impotenza
che attende chi non è mai tornato.
Lavinia Cioli (Pistoia)
Motivazione: Il tempo "fermato" è quello di una casa vuota ormai d'affetti, di suoni e di calore vitale. Pregevole il ritmo e l'uso della rima alternata che scandiscono "il profumo dell'assenza".
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Adulti"
I Premio
Il pesco fiorito
Pieno di fiori rosa, un grosso pesco,
in un giorno bello di Primavera,
“O qui ci ragiono sopra o non ne esco”
si disse nella confusione in cui era.
Non capiva come, sì fermo a terra,
non riuscisse ad andar dove voleva,
magari rifugiarsi nella serra
come quel giorno in cui tanto pioveva:
comunque fosse minaccioso il cielo
portatore di nuvole e tempesta,
ci fosse afa, freddo intenso o gelo,
niente cambiava, la realtà era questa.
“Abbarbicato al centro di quest’orto,
il temporale io non lo sopporto,
con gli acquazzoni e i tuoni e il vento forte,
sospinto qua e là, mi impaurisco a morte”
…si diceva questo mentre per strada
vedeva passar, carichi di biada,
carretti trainati da buoi e cavalli,
vedeva greggi con pastori e cani,
le corse di bambini scalmanati
per la via lunga e per i verdi prati.
Ma ancora vestito di fiori rosa,
è folgorato da un’idea grandiosa.
“Che bisogno ho di raggiunger la gente,
quando viene da me spontaneamente
ad ammirare il trionfo dei miei fior
ogni anno sbocciati ai primi tepori
di Primavera che ravviva i cuori.
E che bisogno ho di cercar compagnie
se uccelletti saltellanti tra i rami
con gorgheggi e trilli creano le magie
di feste ornate di petali e stami.
Che bisogno… se bimbe, alla mia ombra,
intreccian ghirlande di fiori rosa
da metter tra capelli lisci e ad onda,
trastullandosi in giochi senza posa.
Grazie Signore, grazie veramente
per quel che mi dai indifferentemente
e se per strada è ferma ancora gente
a stupirsi di un pesco sì fiorente,
vuoi che sia subire e accettar tempesta
quando è seguita poi da tanta festa.
Questo dico ed in conclusione penso,
qualor pensasse un albero di pesco”.
Gabriella Giammaria (Pescara)
Motivazione: Originale soliloquio di una pianta in fiore che si rende conto del valore della sua bellezza, apportatrice di gioia nei cuori. Il componimento si avvale di rime alternate e baciate di una sapiente metrica.
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Premio "F. Petrarca" - Città di Arezzo
VIII Edizione 2024
Categoria "Adulti"
II Premio
Alyan Kurdi
Lo sento il freddo del mare
in quella notte imboccata contromano,
appesa, invisibile, ad un viaggio
che più non può tornare indietro.
Bodrum, sulla spiaggia la risacca
di un bimbo rimbocca le vesti,
culla, all’onda lenta del mattino,
del sonno senza peso della morte.
No, non è della madre il dolce nido
che lieve tiene a sé la sua creatura.
Avversa giunse presto quella sera,
acque oscure, silenziose e senza fondo,
sottile cupo vetro delle onde,
neri dadi gettati dalla sorte.
Povera madre,
nel gorgo di un gommone rovesciato,
l’abisso ha sciolto il disperato abbraccio
e di terrore arranca un muto grido.
Notte che dirada all’orizzonte,
allagata da una luce senza sole,
dolore alla bruma attorcigliato,
impigliato allo stipite dell’alba.
Maglietta rossa, calzoncini azzurri,
il visino sulla sabbia abbandonato,
ed il suo nome, Alyan,
voluta di incenso che sale,
un inshallah appena sussurrato.
Il tempo si è spezzato in fondo al mare,
pentagramma che si chiude nel silenzio,
ma al di là della vita, sulla soglia,
d’un tratto si guarisce dalla morte.
È il laccio slegato in un respiro,
tenerezza che torna nel sorriso,
luce sulle ombre sgualcite del mondo,
sulla sua pietà scritta a matita.
Remo Mari (Monte San Savino - AR)
Motivazione: Il componimento descrive con immagini tenere e insieme dolorose la tragica vicenda di un bimbo emigrante sbattuto sulla spiaggia. Pregevole il ricorso a termini legati al paesaggio e all'origine dell'innocente naufrago.
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